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La crisi di governo, Renzi e 550 poltrone

Renzi poltrone nomine

Altro che Recovery Fund, Renzi pensa alle poltrone: centinaia di posti da occupare con le nomine da qui a primavera 2021

Un round di 550 nomine da qui a primavera. Poltrone golose che rappresenterebbero la vera partita in corso nella maggioranza di governo. Quella che vede Matteo Renzi impegnato in prima linea nei mugugni per alzare la posta ed ottenere il massimo.

E’ lo scenario ricostruito da Milano Finanza, che in articolo racconta la reale dinamica che sta facendo vacillare la compagine di Palazzo Chigi. Altro che fondi per la sanità e squadra di tecnici per distribuire le risorse. Ad agitare Renzi e il governo sarebbero centinaia di poltrone.

Da ora a fine primavera, secondo quanto scrive il giornale, “si libereranno più di 550 posti, tra organi già scaduti e quelli che termineranno il mandato con l’approvazione dei bilanci 2020”.

“Stiamo facendo una battaglia per le idee, non per le poltrone”, ha detto Renzi. Ah sì, eh? E che i problemi con Conte e la maggioranza di governo diventino irrisolvibili proprio ora sarebbe soltanto un caso?

“Come calcolato dal centro studi Comar – riferisce Milano Finanza – tra Cda e collegi sindacali scaduti da mesi ci sono più di 360 incarichi da assegnare”. “A cui si aggiungono 190 posti nei consigli di amministrazione che si libereranno nella prossima primavera con l’approvazione dei bilanci 2020”.

Si tratta di molte controllate importanti dal Ministero dell’Economia, a partire da Cassa depositi e prestiti. Ma fra le poltrone in ballo a cui Renzi non può rimanere indifferente ci sono anche controllate di Enel, Eni, Leonardo.

E poi Ferrovie, Anas, Invimit, Rai, e molte altre. Solo nelle controllate di Eni si parla del rinnovo di 70 consiglieri. E tante altre come Poste italiane vedranno un altro valzer di nomine a breve.

Insomma i 350 “esperti” chiamati dal governo a gestire i soldi del Recovery Fund, che scavalcherebbero Parlamento e forze politiche, sarebbero soltanto una scusa. Altro che “problema di democrazia” e di Conte che calpesta il Parlamento. Di tutto questo a Renzi non importa, contano solo le poltrone.