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«Lo scherzo a Meloni? Un colpo a salve. C’è chi tifa i russi pur di attaccarci». La mia intervista al Corriere della Sera

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La falla c’è stata. Ora la premier è al lavoro perché non si ripeta

di Virginia Piccolillo

Giovanni Donzelli, lei che è fra i più vicini a Giorgia Meloni, che clima c’è dopo la figuraccia della telefonata burla?

«Ma quale figuraccia? Per gli impostori poteva essere un bel colpo, ma è stato a salve».

Perché?

«Lei ha detto le stesse cose che dice in pubblico. Comportandosi in una telefonata finta da leader vero. Mentre altri in telefonate vere si sono dimostrati falsi leader».

A chi si riferisce?

«Vorrei sentire le telefonate dell’allora premier Conte con la Cina sulla via della Seta che hanno indebolito commercialmente l’Italia. Meloni queste cose le ha sempre dette».

Si riferisce alla «stanchezza» Ue nel sostenere l’Ucraina e la necessità di una «via d’uscita accettabile per entrambe le parti»?

«Anche in Parlamento ha detto che serve difendere la forza del diritto e non cedere al diritto del più forte».

Per il sottosegretario Mantovano si era accorta della beffa. Exit strategy diplomatica?

«Come dice Mantovano nel corso della telefonata Giorgia ha avuto sempre più dubbi».

Come è potuto accadere che i comici bucassero i filtri di sicurezza di Palazzo Chigi?

«La falla c’è stata. Anche se quegli impostori hanno strumenti particolari: lo avevano già fatto con Merkel, Kamala Harris, Erdogan e altri».

Pensa siano spie?

«Sicuramente non dispiacciono al Cremlino che è in grande difficoltà sul campo e tenta il recupero con la guerra ibrida. Ma questo colpo è andato a vuoto. E non averlo trasmesso subito dimostra che anche i russi erano delusi».

Salvini non crede al complotto.

«Sì, ma è giusto fare le necessarie verifiche per la sicurezza nazionale».

Meloni si è infuriata?

«Per come la conosco, credo sia già al lavoro per capire nei dettagli il malfunzionamento e fare in modo che non accada mai più».

L’opposizione dice che la credibilità italiana è minata. Ad esempio con la Francia.

«M5S, che ha sempre cercato di indebolire la fermezza italiana, ancora una volta sta con la squadra opposta. Nel Pd ci sono alcuni più istituzionali come il presidente Copasir Guerini e, nonostante il ruolo da leader dell’opposizione, Elly Schlein. Altri invece, pur di attaccare Meloni, abbandonano l’Ucraina e tifano per i russi».

Oggi in Cdm arriva la riforma sul premierato. Per l’opposizione indebolisce il ruolo del Parlamento.

«Il Parlamento non deve essere il luogo del tradimento».

Che cosa intende?

«La riforma toglie la possibilità di cambiare la maggioranza scelta dagli italiani, per farne altre con chi cambia casacca. Riduce le congiure. Quindi non limita, ma nobilita il Parlamento».

Che fretta c’è di approvarla. Temete tradimenti?

«No, anche perché entrerebbe in vigore alla fine del settennato del capo dello Stato. Serve solo per ridare peso al ruolo dell’elettore».

Ma allora cambierete la legge elettorale dei nominati?

«Non è all’ordine del giorno. Ma, ad esempio, sul ritorno alle preferenze FdI è sempre stata favorevole».

Si prevede un possibile cambio di premier all’interno della maggioranza. Voi non siete d’accordo. Come finirà?

«Aspettiamo il testo. Non ci sono grandi differenze nella maggioranza. Obiettivo comune è evitare i ribaltoni».

C’è stato il baratto con la riforma dell’Autonomia?

«Sono complementari. Insieme disegnano l’Italia del futuro».

L’opposizione vi accusa di aver tagliato i fondi alla sanità.

«Accuse surreali. Non si erano mai visti 136 miliardi di fondi alla sanità, in gran parte per ridurre le liste di attesa».

Ma la percentuale sul Pil non è minore?

«Il Pil aumentato dimostra il buon lavoro del governo: l’inflazione è dimezzata, la disoccupazione non è mai stata così bassa e ai gufi ha risposto il rating confermato e lo spread diminuito».

I medici però scioperano per il taglio alle pensioni.

«Ci sarebbe piaciuto fare di più. Non ce lo permette il buco del superbonus. 135 miliardi: altre 5 manovre»

Era propio necessario aumentare l’Iva sui pannolini?

«I prezzi non erano scesi. Useremo quei fondi per gli asili».

Ecco l’intervista:

intervista corriere 3 novembre 2023