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«Pd e 5stelle al governo insieme? Fallimentari». La mia intervista al Corriere della Sera

In Sardegna noi sconfitti ma aumentano i consensi. Cercare i candidati migliori

Di Paola Di Caro

Torniamo alla Sardegna: cosa resta di quel voto?

«Due convinzioni. La prima è che gli italiani hanno dimostrato di avere fiducia nella maggioranza di governo: nonostante la sconfitta sono cresciuti i consensi del centrodestra e diminuiti quelli del centrosinistra. La seconda è che noi quella fiducia sul territorio dobbiamo usarla bene e non fare più errori, perché non vengono perdonati».

Cosa non rifareste?

«Il centrodestra a livello territoriale chiedeva un cambiamento, noi abbiamo seguito quelle indicazioni. Si poteva farlo in modi e tempi diversi? Forse. Una cosa è certa: gli elettori hanno sempre ragione. Quando la sconfitta arriva per noi come quando, sembra si dimentichi, vinciamo: nel La-zio, in Trentino, in Friuli-Venezia Giulia, in Molise…».

Ma lei non vede un segnale al governo?

«Di incoraggiamento, come dimostra il voto alle liste. Poi Todde è stata brava. Anche a non volere accanto a lei in campagna elettorale Conte e Schlein insieme».

Che però sembrano aver trovato unità: li temete?

«Può darsi che qualche esperimento sul territorio abbia successo, ma l’alleanza tra M5S e Pd è impraticabile. Le loro differenze sono troppe e troppo profonde. Sono partiti incompatibili. Ma pensiamo di poterli sconfiggere anche uniti: non vogliamo vincere sulle debolezze degli altri».

Il primo test è l’Abruzzo.

«Siamo fiduciosi, perché il presidente Marsilio ha governato bene e il Cipess oggi, tra il programma operativo complementare e il potenziamento della ferrovia Roma-Pescara, ha destinato praticamente un miliardo di euro all’Abruzzo. Crediamo che i cittadini siano orgogliosi sia del governo locale che nazionale».

Avete riconfermato gli uscenti di Basilicata, Umbria e Piemonte: hanno vinto FI e Lega che chiedevano di non cambiare in base al peso partiti?

«Abbiamo deciso di riconfermarli perché hanno lavorato bene. E ovunque in futuro cercheremo i candidati migliori. Tutti i partiti ne hanno da offrire, cresceremo ancora tutti insieme».

Nella maggioranza però restano tensione, a partire dal tema del terzo mandato.

«È l’unico voto sul quale ci siamo divisi, in commissione, con il governo che non aveva espresso parere. Di questo tema parleremo con calma, vedremo se il Tatarellum, che stabilì il limite dei due mandati per una carica monocratica, è superato o no».

Ma la tensione nella Lega è un problema per voi o no?

«lo queste tensioni non le vedo. Ora si dice che la Lega è in crisi, prima si diceva che FI sarebbe finita dopo la scomparsa di Berlusconi… Piuttosto andrei a guardare altrove: gli episodi di criminalità politica di queste ore a Bari, che se fossero accaduti in una città amministrata da noi, già immagino le polemiche… E certi comportamenti pericolosi della sinistra».

Pericolosi?

«Sì, è pericoloso delegittimare le forze dell’ordine. La dovrebbero smettere di gridare e insultare chi difende le Istituzioni solo per raccattare qualche voto».

Ma anche Mattarella ha censurato i fatti di Pisa.

«Quando parla il Presidente è un monito importante. Le sue parole vanno ascoltate, ma tutte. Anche quando condanna chi brucia l’effige di Giorgia Meloni come chi assalta le forze dell’ordine a Torino. Trascinarlo così in polemiche contro le divise, come ha fatto la sinistra, è irrispettoso e scorretto».