Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Farmaci anti coronavirus? No, la Regione Toscana compra prodotti omeopatici

La Toscana compra prodotti omeopatici al posto dei farmaci per il coronavirus

In piena emergenza la Regione di Enrico Rossi butta 120 mila euro per l’acquisto di prodotti omeopatici. Scelta assurda della Toscana

Con l’emergenza coronavirus impazza sempre di più la ricerca dei farmaci contro la malattia. E mentre tutti sono concentrati a cercare la soluzione per salvare vite umane la Regione Toscana di Enrico Rossi spende 120 mila euro per prodotti omeopatici.

Avete letto bene: quelli che non sono farmaci (per il coronavirus poi…) e non servono a curare le malattie. Risorse preziose che la Toscana dedica ai prodotti omeopatici e sottrae alla sanità in un momento così delicato.

E’ quanto emerge dalla pubblicazione avvenuta il 29 gennaio sul Sistema telematico acquisti regionale della Regione Toscana (Start).

Come specificato sul portale, si tratta di una “Procedura negoziata, ai sensi dell’art. 36 comma 2 lett b) del D.LGS 50/2016, finalizzata alla conclusione di un Accordo Quadro multi fornitore per la fornitura di prodotti omeopatici occorrenti alle Aziende Sanitarie della Regione Toscana”.

Il bando della Toscana per i prodotti omeopatici

La Toscana compra prodotti omeopatici al posto dei farmaci per il coronavirus

La procedura scadrà il prossimo 15 giugno, termine entro il quale i soggetti interessati potranno presentare le loro offerte.

Insomma la sinistra è pronta a fare crociate per difendere il sistema sanitario pubblico ma evidentemente solo a parole. Se fossero davvero interessati alla tutela della salute per tutti, si indignerebbero per una spesa così assurda.

Tra l’altro, a prescindere dall’emergenza, non è la prima volta che la Regione Toscana lascia più di un dubbio sull’utilizzo di risorse pubblica. Un caso su tutti che ho denunciato, quello degli immobili delle Asl.

Ci auguriamo che la Regione Toscana ritiri subito questa follia sui prodotti omeopatici e pensi a utilizzare le proprie energie e le proprie risorse per le priorità dei cittadini. Che in questo momento non possono che essere quelle di combattere il coronavirus.