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L’utero in affitto sia reato universale

utero in affitto reato universale

La maternità surrogata è una pratica disumana che va contrastata e perseguita in Italia e all’estero

I figli non sono un diritto, ma un dono. E lo Stato ha il dovere non di accontentare desideri o rivendicazioni, ma di tutelare i più deboli. E i più deboli, nel caso dell’utero in affitto, sono i bambini. Se poi la definizione urta la sensibilità possono chiamarlo come vogliono: che lo si definisca GPA (gravidanza per altri) o maternità surrogata non cambia la sostanza di una pratica aberrante e disumana. Una pratica che mercifica il corpo delle donne, che rende il figlio non un dono ma un prodotto, e che perdipiù crea discriminazioni per ragioni economiche. Una pratica che è già reato in Italia, ma che è consentita in altri paesi, in Europa e nel mondo. Paesi in cui si recano le coppie che vogliono avere un figlio ma che per averlo hanno necessità di una donna sconosciuta che porti avanti la gravidanza. Ecco perché è necessario è necessario che l’utero in affitto sia considerato reato universale.

Utero in affitto reato universale: la proposta di FdI

Fratelli d’Italia ha depositato una proposta di legge per estendere anche alla maternità surrogata commessa all’estero da un cittadino italiano le pene previste dalla legge 40 del 2004: reclusione da tre mesi a due anni e multa da 600mila a un milione di euro. Una proposta presentata dalla deputata Maria Carolina Varchi che riprende un analogo testo – prima firmataria Giorgia Meloni – depositato ma non approvato nella scorsa legislatura, nonostante il sì ottenuto in Commissione Giustizia, ma con i voti contrari del Pd. Quel che non riuscì allo scorso parlamento siamo certi riuscirà a questo, grazie all’impegno di Fratelli d’Italia. Un impegno, quello di rendere l’utero in affitto reato universale, che ho ribadito nel corso di Porta a Porta.

Perché dire no alla maternità surrogata

Decine di migliaia di euro, a volte oltre 150mila: ad esempio se si sfrutta la possibilità di scegliere la madre surrogata da un book fotografico. Ecco quanto costa la gravidanza per altri, richiesta da chi se lo può permettere e realizzata da donne che molto spesso vivono in condizioni di povertà e che per necessità mettono a disposizione il loro grembo per soddisfare il desiderio di genitorialità di coppie che non possono avere figli. Che siano single o coppie eterosessuali od omosessuali poco importa: resta l’orribile mercato, lo sfruttamento del corpo della donna, la riduzione a merce della vita umana. Un orribile mercato e per di più discriminatorio, in quanto favorisce chi ha le possibilità economiche – come detto non irrisorie – per ricorrere alla maternità surrogata. Basterebbe il primo punto per dire un no deciso all’utero in affitto e sì all’estensione a reato universale, cioè perseguibile anche all’estero. Ma se non bastasse c’è pure l’aspetto economico (anche se la Cassazione ha stabilito che la maternità surrogata è reato anche quando è effettuata gratuitamente) a cui persino Gramsci fece riferimento nel 1918 (ovviamente parlando di una gravidanza per altri “naturale”, e non “tecnologica”). Vale la pena leggere il passaggio, o meglio: farebbe meglio a leggerlo chi a sinistra ancora non ha il coraggio di dire no all’utero in affitto:Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti“. Linguaggio forte, messaggio classista, ma non si può non riconoscere capacità profetica a uno degli intellettuali di riferimento del Pd e della sinistra. Quella stessa sinistra che difende le istanze femministe ma non ha il coraggio di ammettere che la maternità surrogata è un abominio. Quella stessa sinistra che dice di essere dalla parte del più debole, ma non ha il coraggio di ammettere che nel contratto disumano che regola la “gravidanza per altri” la parte soccombente è il bambino.