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Nel programma della Festa dell’Unità spunta la cena delle scuole medie

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A Montespertoli (in provincia di Firenze) il Pd non si fa problemi a inserire nel calendario degli eventi della Festa dell’Unità la cena di fine anno degli studenti delle medie. Alla faccia della scuola apolitica e libera dagli indottrinamenti

Una festa di fine anno delle scuole medie nel programma della Festa dell’Unità organizzata dalla sezione cittadina del Partito Democratico. Succede a Montespertoli, comune dell’Empolese Valdelsa (provincia di Firenze), uno degli ultimi baluardi della sinistra in Toscana. Evidentemente la paura di perdere il predominio anche in questa zona e la convinzione che dopo decenni di gestione del potere tutto sia concesso, ha spinto il PD locale a pubblicizzare la festa (degli studenti, non quella dei militanti dem), inserendola nella locandina ufficiale, come se fosse un evento organizzato dai genitori ma coordinato con il partito stesso. Alla faccia dei sacrosanti principi che vogliono la scuola pubblica autonoma e apolitica, libera da ogni forma di indottrinamento. Sia chiaro, i genitori sono liberi di scegliere in completa libertà il luogo dove far festeggiare ai figli la fine dell’anno scolastico, persino in uno spazio, come la Festa dell’Unità, in cui sventolano bandiere di un partito: ma l’opportunità e il buon senso vorrebbero che almeno il Partito Democratico evitasse di “fare suo” l’evento, limitandosi a fornire spazi e cibo. Ma così non è stato, almeno quest’anno.

Sì, perché anche l’anno scorso la cena di fine anno della scuola media Ficini di Montespertoli si svolse all’interno degli spazi della Festa dell’Unità cittadina, ma almeno non era inserita nel programma ufficiale. Un’attenuante, che fa però il paio con un’aggravante: le parole del segretario locale del PD che commentò la riuscita dell’evento del 2022: “Il messaggio che volevamo mandare era quello di un Pd che è la casa di tutti e vedere partecipare 300 persone tra genitori, bambini ed insegnanti andava proprio in quella direzione. Era la prima volta per una iniziativa del genere e certamente molte cose sono da migliorare, ma auspichiamo di poterla replicare in futuro”. E in effetti l’hanno ripetuta, e fatta propria, in linea con la pretesa di egemonizzare più spazi possibili e consolidare il potere che gli resta.

Di fronte alla protesta dei consiglieri di opposizione il comitato dei genitori delle scuole di Montespertoli si è assunto la paternità dell’iniziativa, precisando di aver richiesto alla dirigenza scolastica – l’Istituto Comprensivo Don Milani – “di poter celebrare i ragazzi diplomandi in questa modalità e l’idea è stata accolta molto positivamente”. Quindi i dirigenti scolastici sapevano che un evento strettamente correlato alla scuola si sarebbe tenuto all’interno di uno spazio politico e hanno detto entusiasticamente sì? Se fosse vero sarebbe una condotta a dir poco discutibile, di cui Fratelli d’Italia chiederà conto al Ministero dell’Istruzione Giuseppe Valditara con un’interrogazione di Chiara La Porta.

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Ma c’è un passaggio della replica del comitato dei genitori che pare una toppa peggiore del buco: quello in cui si tenta di giustificare l’inserimento della cena di fine anno scolastico nel programma ufficiale della Festa dell’Unità. “Abbiamo appreso dagli organizzatori – scrivono i rappresentanti dei genitori – che la scelta di indicare nella loro locandina-programma anche la festa delle terze medie è dovuta al solo fatto di avvisare gli avventori della Festa de l’Unità che la sera del sabato non c’è alcuna serata danzante aperta al pubblico”. Peccato che nella locandina ci sia scritto che sabato 10 giugno alle 22, in pratica al termine della cena, è previsto intrattenimento musicale. Rumore di unghie sugli specchi, insomma. Ribadiamo: ognuno è libero di andare a mangiare dove vuole, di festeggiare nel modo che preferisce, ma resta a dir poco inopportuno che un evento strettamente collegato alla vita scolastica di giovanissimi studenti sia parte integrante di una festa di partito. Nel silenzio imbarazzato del Partito Democratico stesso e della dirigenza scolastica. Come se non fossero bastati progetti inseriti nei piani formativi delle scuole che puntavano ad inculcare visioni ideologizzate.