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Due anni di battaglie in Parlamento, ora andiamo al voto per un governo stabile

Il 4 marzo 2018 gli italiani votavano per le elezioni politiche ed eleggevano i loro rappresentanti. Due anni dopo il Parlamento è delegittimato da una serie di manovre di palazzo che hanno portato alla formazione di governi formati da coalizioni di convenienza ma di nessuna forza e credibilità. Ecco perché Fratelli d’Italia chiede di tornare prima possibile alle urne: la nostra nazione ha bisogno di un governo credibile e stabile, con una linea chiara in grado di far ripartire l’economia e di difendere i suoi interessi in ambito europeo ed internazionale.

Il partito maggioritario in Parlamento, il Movimento 5 Stelle, oggi non rappresenta quasi più nessuno: domenica alle elezioni suppletive che si sono tenute a Roma, solo per fare l’ultimo esempio, ha preso circa il 4%. Abbiamo un presidente del Consiglio (non eletto) che verrà ricordato solo per la più grande operazione di trasformismo di sempre: pur di rimanere in sella ha accettato di governare prima con Salvini e poi con il Pd, Renzi e la Boldrini.

Lo avevamo detto fin dall’inizio, scendendo in piazza per chiedere libere elezioni dopo la caduta del governo Conte primo: il patto della poltrona, come abbiamo ribattezzato l’accordo per il governo “rosso-giallo”, non ha funzionato. 

Nel frattempo Fratelli d’Italia, che già alle elezioni di due anni fa aveva ottenuto l’importante traguardo di portare in Parlamento oltre 50 eletti, è il partito che è cresciuto di più, superando in alcuni sondaggi il 13%. Un’ascesa che non si ferma più insieme alla popolarità di un politico credibile come Giorgia Meloni, leader ormai amatissimo dagli italiani con oltre il 30% del gradimento.

Insomma, noi crediamo che, proprio nel rispetto della Costituzione che stabilisce la centralità della sovranità popolare, sia necessario restituire al più presto la parola agli elettori. Non ci sono scuse, e a chi obietta che il nostro sistema non garantisce la stabilità noi rispondiamo che da anni chiediamo di cambiarlo: proprio in queste ore rilanciamo la riforma per il Presidenzialismo. Noi non abbiamo paura delle scelte degli italiani, che con la nostra proposta potrebbero dare finalmente un governo forte all’Italia. Siamo pronti da subito a cambiare le regole.

In questi due anni i deputati e i senatori di Fratelli d’Italia hanno lottato come leoni su questioni importanti, e ottenuti risultati impensabili per una forza d’opposizione (pensate cosa saremmo in grado di fare al governo!). Come quello di impedire al governo di sottoscrivere il global compact, documento che voleva sancire il diritto all’immigrazione come “diritto universale” e la cui approvazione avrebbe comportato la condanna definitiva all’invasione. Per noi, anzi, il governo dovrebbe fare un blocco navale e stringere accordi per rimpatri più rapidi.

Fratelli d’Italia, tanto per citare qualche esempio emblematico, ha anche fermato l’arrivo nel nostro paese del “nutri-score”, il sistema francese di etichettatura “a semaforo” pensato per danneggiare il Made in Italy. Abbiamo fatto tante proposte, alcune delle quali sono diventate legge, come la cosiddetta “salva-bebè” per scongiurare dimenticanze fatali in auto nei confronti dei nostri figli. E poi l’invio dell’esercito a Castel Volturno invasa dalla mafia nigeriana, la battaglia per la scorta a Capitano Ultimo, quella a fianco di commercianti, ambulanti e liberi professionisti vessati da tasse e burocrazia, e ora persino da scontrino e fatture elettroniche. 

Personalmente ho proseguito nelle mie battaglie storiche, e ne ho iniziate tante altre. Da quelle contro i privilegi delle cooperative, che grazie ad una mia iniziativa non potranno più finanziare i partiti politici, fino alle denunce dei giri “renziani”, come la richiesta di trasparenza sui soldi destinati ai bambini africani e finiti nelle casse delle aziende di famiglia, o la storia della compravendita del teatro comunale di Firenze: grazie anche alle nostre richieste di trasparenza personaggi in affari con Tiziano Renzi sono finiti nelle inchieste e non sono riusciti a metterci le mani. 

E poi tante battaglie per il lavoro, come quella per gli oltre cinquemila della Cft, cooperativa usata per anni dalla sinistra come poltronificio, oggi chiamati ingiustamente a pagare per i buchi prodotti da trombati della politica incapaci. O sulla Commissione parlamentare sul Forteto, che grazie alle nostre pressioni e persino ad un’occupazione è finalmente partita dopo mesi di litigi della maggioranza sulle poltrone. E poi la denuncia dei cupi intrecci contro la svendita del trasporto pubblico toscano a francesi, o la battaglia per smascherare Panzironi, il giornalista millantatore che lucra sulle malattie delle persone promettendo una vita lunga 120 anni, oppure quella per garanzie nei piatti dei nostri figli nelle mense scolastiche, o per il rilancio delle acciaierie di Piombino. E tante altre che abbiamo fatto e proseguiremo, insieme a molte altre che faremo.